C’era una volta…
è sempre così che iniziano le favole…eh si perché oggi voglio portarvi alla scoperta di un luogo incantato che si chiama Santo Stefano di Sessanio che non è solo un borgo, ma un monumento a cielo aperto e, forse, il più suggestivo dell’intero Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga completamente costruito in pietra calcarea bianca, il cui candore è stato reso opaco solo dal passare del tempo.
E, come in tutte le favole che si rispettino, c’è sempre un antagonista da contrastare e sconfiggere che, in questo caso, è il sisma che ha duramente colpito l’aquilano nell’aprile del 2009 e, quindi, anche questo meraviglioso borgo. Ferito nella sua caratteristica più suggestiva, oggi siamo in attesa di poter tornare ad ammirare la maestosa torre trecentesca, impropriamente detta medicea che da lontano ti dava il benvenuto, ma che ancora oggi, il suo scheletro di ferro, apre lo sguardo su un panorama mozzafiato che abbraccia le valli del Tirino e dell’Aterno e si spinge sino ai fondali della catena montuosa del Sirente e della Majella.
Fortunatamente qui in Abruzzo abbiamo imparato a vedere il bicchiere mezzo pieno (se di un buon vino rosso è anche meglio!) perché nel frattempo che aspettiamo che la torre venga ricostruita, possiamo continuare a perderci nei tanti scorci in cui si respira sempre un profumo inebriante di miele, lavanda misto all’odore della legna che arde in un camino d’inverno, che viene fuori dalle tante piccole botteghe che popolano il centro di questo gioiello scalfito nelle pietre.
E se ora che avete avuto solo un piccolo assaggio di ciò che i vostri piedi potrebbero calpestare e i vostri occhi ammirare, vi è venuta una voglia irrefrenabile di mettervi in macchina e raggiungere Santo Stefano di Sessanio vero? Bene! Perché capitereste proprio a “cecio” come si suol dire da dire queste parti. Infatti, ogni primo weekend di settembre il borgo si anima per la Sagra delle lenticchie, il prezioso legume famoso per essere Presidio Slow Food oltre che protagonista di gustosi piatti tramandati dalla tradizione contadina.
Io e le mie amiche di Taste Abruzzo quest’anno saremo presenti presso lo stand di promozione di questo eccezionale prodotto di montagna che, tra le tante proprietà benefiche, ha la caratteristica di essere coltivato in produzione limitata e, cosa non da poco per chi ama stare ai fornelli, ma spesso ha poco tempo, non richiede l’ammollo in acqua prima della cottura.
Il contributo che abbiamo voluto dare noi, oltre a quello di passarvi qualche preziosa notizia in più su questa piccola ma importante lenticchia, è quello di regalarvi un sample di prodotto accompagnato delle nostre ricette, così da consigliarvene anche il consumo che non sia solo nel modo tradizionale.
Qui di seguito ho pensato di lasciarvene un assaggio presentandovi la mia proposta sperando sia di vostro gradimento.
Quinoa e Lenticchie di Santo Stefano di Sessanio
Ingredienti
- 300 gr di quinoa
- 120 gr di lenticchie
- 1 spicchio d'aglio
- 2 foglie di alloro
- 2 gambi di sedano
- 4 carote
- 1 cipolla bianca
- prezzemolo
- 2 cucchiaini di curcuma
- olio evo
- sale
Istruzioni
- Facciamo cuocere le lenticchie e la quinoa in due pentole separate con acqua e portare a bollore affinché entrambi i cerali saranno al dente. Per la quinoa aggiungiamo il sale mentre per le lenticchie aggiungere le foglie d'alloro, mezzo gambo di sedano, mezza carota e l'aglio.
- Quando i cereali saranno cotti entrambi (ci vorranno all'incirca 15 minuti) scoliamoli e teniamoli da parte.
- Nel frattempo mondiamo le verdure e la cipolla, riduciamole in pezzetti e mettiamole in una padella con l'olio evo e, piano piano, aggiungiamo dell'acqua con un bicchiere e facciamola evaporare. Aggiungiamo sale e teniamo la padella coperta affinché possano cuocere meglio e rimangano croccanti (questa operazione richiederà una cottura di circa dieci minuti).
- A questo punto uniamo la quinoa, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, le verdure e aggiungiamo la curcuma e il prezzemolo fresco. Condire con olio evo a crudo e servire.