L’aspetto non è un granché, il nome oscilla tra il comico e l’apocalittico. Spesso i raccoglitori lo snobbano. Eppure, la trombetta dei morti, è un fungo da non sottovalutare anche perché, in molte parti d’Italia, è conosciuto come il “tartufo dei poveri”.
L’aspetto parrebbe poco invitante, il nome ancora meno. Ma questi funghi, freschi o essiccati e ridotti in polvere, in cucina sono un vero asso nella manica.
– E perché le trombette dei morti vengono chiamate anche “il tartufo dei poveri“? – Perché già il profumo, ma soprattutto il sapore, è molto simile a quello del tartufo scorzone. D’altronde l’appartenenza del tartufo alla famiglia delle Tuberacee e il suo nome latino che è “Tuber Micheli”, ha fatto sì che molti lo considerino un tubero, in realtà altro non è che un fungo anche il tartufo.
Conosciamola meglio
La trombetta dei morti è un fungo particolarmente ricercato, il suo picco lo raggiunge proprio adesso, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, d’altronde capita proprio nei giorni di Halloween e Ognissanti come avrebbe potuto chiamarsi altrimenti?
Ma in realtà, il suo nome deriva da quelle che sono le condizioni ambientali in cui esso cresce. Affinché le trombette dei morti possano nascere, infatti, è necessario avere un’abbondanza di materia organica che si sta decomponendo. Ecco, quindi, che boschi con strati numerosi di fogliame su quali cade acqua piovana, rappresentano davvero un ottimo presupposto per trovare questa varietà di fungo.
La vegetazione, infatti, gioca un ruolo fondamentale nella diffusione delle trombette dei morti. A tal proposito, questi funghi amano i boschi e le foreste dove si possono trovare alberi di faggio, nocciolo, frassino e castagno. Inoltre, diverse tipologie di quercia ne costituiscono un habitat particolarmente favorevole.
E i nostri, arrivano direttamente dai sotto boschi dei Monti della Laga, habitat naturale perfetto per questi saporitissimi funghi che, insieme all’ortaggio di stagione per eccellenza, la zucca, formano una coppia davvero vincente.
E per questa bellissima scoperta, un ringraziamento speciale va alla famiglia Novelli dell’Agriturismo “La Casa Rosa” di Verrico, Montereale (AQ) per averceli fatti conoscere.
E presto anche voi – e non vediamo l’ora! – conoscerete la realtà di Alessandro Novelli e del GPS – Gruppo di Produttori Solidali o come piace chiamarli a noi “I Custodi dei Monti della Laga“, che hanno scelto di continuare, tornare e restare a vivere in questo meraviglioso contesto (vedi foto sottostante) che è il quinto massiccio più alto, nonché il rilievo arenaceo più elevato degli Appennini.
E proprio nel luogo in cui abbiamo avuto il privilegio e l’onore di scattare questa bellissima foto, sorgeva il Castello di Verrico da cui si gode davvero di una vista mozzafiato e su ben 3 regioni: Abruzzo, Marche e Lazio.
Non è meraviglioso?
TASTE ABRUZZO E I CUSTODI DI SAPERI E SAPORI
E così, anche il GPS – Gruppo di Produttori Solidali entra a far parte della nostra grande famiglia che ha come obiettivo primario, quello di diffondere antichi saperi grazie alle nostre tradizioni agricole, alle colture autoctone che regalano materie prime eccezionali dai sapori unici perché sane e genuine.
Perché quello di Taste Abruzzo non vuole essere un mero e semplice e-commerce di prelibatezze abruzzesi, ma come è sempre stato nel nostro DNA, vuole essere un canale di supporto alle imprese locali, piccoli produttori artigiani custodi, appunto, di saperi e sapori.
Il mondo è alle prese con una nuova grande sfida contro il Covid-19 che sta mettendo a dura prova tutti noi. Con l’ultimo DPCM, infatti, si decreta ufficialmente l’inizio di un cambiamento, e se questo mondo sarà migliore, dipenderà solo ed esclusivamente da noi.
E allora perché non ricominciare dall’apprezzare l’essenziale, l’autentico, da ciò che non fa male al nostro organismo, ma che anzi se ne prende cura? Perché il cibo è la nostra “medicina naturale“, unica condizione affinché questa massima risulti essere vera però, è che restino intatte alcune condizioni di base e una su tutte è il rispetto dell’ambiente in cui ciò che ci arriva sulla tavola, è nato, cresciuto e vissuto.
E come di consueto, per sigillare quanto finora detto, vi lasciamo con una gustosa ricetta, perfetta per assaporare al meglio la zucca, ortaggio per eccellenza in questo periodo, e questi “funerei” ma buonissimi funghi, che aggiungono quel certo non so che ad Halloween.
Buona preparazione!
GNOCCHI DI ZUCCA E TROMBETTE DEI MORTI
Ingredienti
per gli gnocchi di zucca
- 800 gr di zucca a buccia verde (delica) peso con tutta la buccia
- 130 gr di farina di grano tenero Tipo 1 grano frasinese
- 1 uovo piccolo
- 1 pizzico di sale
Per il condimento
- 100 gr di Trombette dei Morti
- prezzemolo
- parmigiano
- Olio Extra Vergine
Istruzioni
- Si consiglia la zucca a buccia verde perché è più asciutta rispetto alle altre e facilita, quindi, la realizzazione degli gnocchi.
- Taglia la zucca a fette e cuoci nel forno statico a 180° per circa mezz'ora.
- Una volta cotta la zucca, togli la parte esterna e con la polpa crea una purea che lavorerai con l'uovo già sbattuto, il sale e la farina, fino a che non avrà raggiunto la consistenza che di solito si utilizza per la pasta fatta in casa. Sarà solo un po' più morbida, ma non appiccicosa.
- Realizzare gli gnocchi nel metodo classico.
Per il condimento
- Lavare accuratamente i funghi, asciugarli con un panno e triturarli grossolanamente a coltello.
- Nella padella mettere un filo d'olio, se lo preferite con uno spicchio di aglio, e quando sarà caldo, ma non bollente, aggiungere le trombette e farle saltare per davvero pochissimi secondi.
Servire il piatto
- Cuocere gli gnocchi in abbondante acqua bollente salata, saranno pronti quando iniziano a salire a galla.
- Scolali e saltali in padella insieme ai funghi.
- Condire con una spolverata di parmigiano, una manciata di prezzemolo tritato e un filo di olio a crudo.