Oggi ci spostiamo nel Lazio, precisamente siamo in Ciociaria a casa, o meglio, nella cucina di Fedora D’Orazio alias CappuccinoeCornetto. E’ stato un piacere chiacchierare con lei e leggere del rapporto particolare che ha con l’Abruzzo e con L’Aquila in particolare.
Ciao Fedora, siamo davvero felici di averti con noi! Il tuo blog CappuccinoeCornetto è un vero e proprio bar virtuale, dove è possibile sedersi e gustare con gli occhi delle vere e proprie delizie. Ci descriveresti brevemente di cosa è fatto il tuo mondo reale, ovvero, quali sono le cose di cui sei circondata che ti danno la spinta per creare, cucinare, scrivere, affrontare ogni giornata?
Credo che ci sia una sola risposta a questa domanda: i miei lettori. Sono loro che con le domande, curiosità ,i messaggi, le mail che scrivono che mi danno la carica a fare quello che faccio. Quando inizialmente creai il blog non pensavo ad un’interazione così reale con le persone. Pensavo che le mie parole e ricette sarebbero rimaste lì, nell’etere, insieme alle tante cose che spesso si perdono nel mondo della rete; e invece, grazie ai lettori io ogni giorno ho la possibilità di confrontarmi con loro ( in real time sui social) e allo stesso tempo di avere da loro un riscontro sincero su quello che faccio. Mi capita spesso di scrivere di fretta una ricetta e a volte dimentico qualche passaggio o sbaglio a scrivere qualche dose e i miei lettori sono attenti anche in questo. Lo apprezzo, perché vuol dire che leggono davvero quello che scrivo e poi si mettono in gioco provando le mie ricette. C’è chi mi scrive in privato , chi mi manda le foto e chi è felice di condividere pubblicamente i suoi lavori ed in qualsiasi modo lo facciano mi rende sempre felice. Sono loro quindi che mi danno la carica per cercare di fare sempre di più e meglio.
Com’è la tua terra e il tuo legame con essa. Nascere in Ciociaria quanto ha influenzato la tua cucina e il tuo modo di essere e di vivere oggi?
Sono nata in un ambiente che ho apprezzato solo con il passare del tempo e più divento “grande” (o meglio vecchia!) e più lo apprezzo. La mia infanzia era simile a quella di “Heidi” 😀 Una ragazzina che aveva la possibilità di abitare in campagna, con i boschi dietro casa dei nonni, e il fiumiciattolo vicino casa. Grandi distese di terre coltivate con grano e graturco e animali allevati senza recinti. Mi ricordo la nonna che cucinava il pane per tutta la famiglia ( erano circa 20 pagnotte di pane due volte la settimana) e lo cucinava in un vecchio forno a legna. posso dire di essere stata una bambina fortunata da questo punto di vista perchè oggi sono pochissimi i ragazzini che hanno la possibilità di godersi al meglio i prodotti della natura e del cibo davvero sano.
Parlando della nostra terra…sappiamo che hai un legame speciale con l’Abruzzo. Ti va di raccontarci com’è nato? E quale luogo, piatto, sapore ti è rimasto nel cuore?
L’Abruzzo e nello specifico la città de L’Aquila è la mia seconda casa. Mi sono trasferita in questa città (o grande paese come lo chiamavo io) a 18 anni quando ho scelto l’università… da allora, non l’ho più abbandonata!I miei legami, quelli più importanti ( a parte la famiglia :D) sono abruzzesi. Ho vissuto per tantissimi anni a L’Aquila e ancora oggi ci torno spesso, i miei migliori amici sono tutti là. Con loro è nata anche la mia voglia di cucinare e si è alimentata durante tutto il periodo universitario perchè a casa mia si stava tutti insieme, spesso a mangiare.
Sono una golosa, si sa, e quindi tra i tanti prodotti che si trovano nelle terre abruzzesi non potevo che scegliere un dolce che rappresenta secondo me L’Aquila e l’Abruzzo in generale: le ferratelle. Non le conoscevo e non le avevo mai mangiate prima di arrivare a L’Aquila. Sono delle cialde biscotto realizzate con un particolare ferro che racchiudono le tradizioni di tante famiglie. Ogni famiglia aquilana ha la sua ricetta e quella che faccio io l’ho avuta dalla nonna del mio compagno.Non disdegno poi nemmeno altri dolci, come il famoso torrone morbido aquilano o i bocconotti! Ma di questi due ancora non sono riuscita a trovare una ricetta perfetta, la ruberò a voi che dite? 😀
Questo mese Taste Abruzzo racconta da Nord a Sud dell’Italia la cucina delle feste. Quale piatto della tradizione non può mancare sulla tua tavola a Natale? Tu sei bravissima con i dolci ci sveleresti la tua ricetta del tuo dolce tipico natalizio preferito?
E si, adoro i dolci. Da tradizione credo che su ogni tavola italiana ci sarà il pandoro, il panettone e il torrone, ma poi, insieme a questi prodotti in ogni casa ci sarà il dolce della tradizione familiare. Nella mia tradizione ciociara, non potranno mancare le “crespelle”, una sorta di impasto di pizza fritta a forma di pallina con ripieno di uva passa. In realtà queste palline fritte vengono servite anche nella loro versione salata, dove l’uva passa è sostituita con alici sott’olio, o pezzi cavolo lessato e a volte anche filetti di baccalà.L’impasto base, ricorda molto le pettole di Santa Cecilia, ma in ciociaria le prepariamo soprattutto per la vigilia del Natale e la serata del capodanno.
A seconda poi della tradizione familiare le “crespelle” hanno due forme diverse, o sferiche o a forma di ciambella. Le prime sono quelle che di solito vengono farcite, le seconde invece sono senza farcitura ma ripassate nello zucchero semolato.
A casa mia si preferiscono le prime, farcite sia salate che dolci, ma non nego che durante il periodo natalizio ( quando torno al paese dai miei) mi vengono sempre regalate anche quelle a forma di ciambella proprio perchè sanno che le adoro! 😀
La ricetta che vi lascio è quella per preparare le crespelle tonde con uva passa, ma potete fare la versione salata sostituiendo solo quest’ ultimo ingrediente. Non mi resta che augurarvi buone feste e buone mangiate 😀
Le crespelle ciociare
Ingredienti
- 500 g di farina per 00
- 8-10 g di lievito di birra
- 300 ml circa di acqua
- 10 g di sale
- olio evo
Per il ripieno
- 120 g di uva passa
- zucchero semolato
- olio di semi per friggere
Istruzioni
- Sciogliete il lievito di birra in una parte di acqua. In una grande ciotola sbattete
- energicamente la farina con il lievito sciolto. Iniziate ad impastare aggiungendo poco
- per volta l'acqua rimanente, il sale e ancora acqua fino ad avere un impasto molto
- morbido.
- Versate un filo di olio in una ciotola e inserite l’impasto; coprite con pellicola e fate
- lievitare per 3-4 ore, fino al raddoppio.
- Passato questo tempo, mettete l'uvetta in ammollo per 10 minuti. Prendetela
- strizzatela e aggiungetela all'impasto precedente, date una mescolata e preparatevi per
- la frittura.
- Usate una padella a bordi alti( o il wok) ,fate riscaldare l'olio e quando sarà arrivato
- a temperatura prendete con due cucchiai unti (di olio) una quantià di impasto e
- versatelo direttamente nella pentola. Friggete la crespella qualche minuto per lato e
- non appena avrà assunto un bel colore dorato.
- Scolatele per bene con un ragno da frittura e fatele scivolare direttamente in un piatto
- cosparso di zucchero semolato in modo che lo zucchero si attacchi per bene alla
- crespella.
- Continuate in questo modo fino ad esaurimento della pastella...portate in tavola..e mangiatele...calde sono eccezionali
Note
cavolo bianco lessato
alici sott’olio
baccalà lessato in piccoli pezzi
2 commenti
Che carino leggere e vedere questo viaggio attraverso l’italia grazie alle tradizioni culinarie! 🙂
Dopo il Lazio scenderemo al sud e non vedo l’ora di conoscere le prossime tappe!
Grazie mille per l’intervista ^_^
Grazie a te Cran per averci accolte 🙂