Il cibo della tradizione: taralli dolci al "Naspro bianco"

by Annarita Delli Compagni
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Di alcuni cibi che portano con sé una simbologia ancestrale, i taralli sono l’espressione forse più alta. La loro forma che richiama il cerchio e con esso concetti molto conosciuti come la ciclicità, le stagioni e le feste ad esse collegate non è altro che la più elevata rappresentazione della vita, delle età dell’uomo.

Quante mani li hanno prodotti nei secoli, anche se non possiamo attribuire loro un’origine chiara nel tempo, quante varianti se ne possono annoverare tra dolci e salati in tutto il centro-sud Italia dove sono maggiormente conosciuti come cibo della tradizione.
Taralli dolci 02
In particolare di questa versione dolce se ci si ferma a pensare ai suoi ingredienti che lo rendono semplice e allo stesso tempo prezioso, tanto da essere stato usato anche nelle feste di matrimonio di un tempo come dono per gli ospiti al banchetto nuziale, ci si accorge che non poteva che appartenere a questo periodo dell’anno: ricco di uova e povero di farcia, con poco olio per poterlo risparmiare fino alla nuova produzione in autunno.

A rendere unici questi taralli non è certo la sua composizione, ma la decorazione fatta con il “naspro” e i confettini colorati che richiamano la fioritura degli alberi e allontanano definitivamente l’inverno.

Se parlando di confettini colorati siamo tutti d’accordo, non è facile dire “naspro”, infatti non tutti sanno cosa sia.

Si pensi invece che Vincenzo Corrado, noto gastronomo e uno dei maggiori cuochi del XVIII secolo presso le corti nobiliari di Napoli, nel suo libro “Il credenziére di buon gusto” edito nel 1820, ne elenca ben 14 tipi: naspro di cannella, di cioccolata, di vaniglia, di caffè, di viole, di garofani, di pistacchi, di alacca (non sono riuscita a trovare il significato di questo nome, si può ipotizzare leggendo il suo libro che si tratti del melograno), di amarene, di limoni, di arance di portogallo, di fragole, di giulebbe e infine bianco.

Proprio quest’ultimo è il naspro utilizzato in questa ricetta: una meringa corposa e lucida fatta di albume, zucchero e succo di limone che arricchisce il biscotto coprendone le imperfezioni e la ruvidità della superficie, che al suo assaggio riuscirà a colpire i vostri sensi.
Taralli dolci 01

Taralli dolci al naspro bianco

Annarita Delli Compagni

Ingredienti
  

  • 1 kg di farina di farina 0
  • 300 g di zucchero
  • 250 ml di olio extravergine di oliva
  • 5 uova
  • 1 bustina di cremor tartaro
  • 1 cucchiaino di bicarbonato
  • la buccia grattugiata di un limone
  • poco latte per sciogliere il lievito

Per il Naspro

  • 1 albume
  • 100 g di zucchero semolato
  • un cucchiaio di succo di limone

Istruzioni
 

  • Versate lo zucchero sulla farina setacciata, la buccia grattugiata del limone, aggiungete man mano l’olio e le uova leggermente sbattute e iniziate ad impastare. Quando l’impasto è ancora morbido, in un bicchiere sciogliete il cremor tartaro e il bicarbonato con un po’ di latte e versate sul resto degli ingredienti continuando ad impastare finchè non avrete un composto sodo ma morbido allo stesso tempo.
  • Formate dei piccoli filoncini e uniteli sigillando le estremità e formandodegli anelli. Posizionateli sulle teglie coperte di carta da forno e cuoceteli a 180° per 20 minuti forno ventilato.

Per il Naspro.

  • Iniziate a montare a neve l’albume e quando sarà quasi del tutto gonfio iniziate a versare lo zucchero a più riprese. Continuate a montare aggiungendo il succo di limone e fino a terminare lo zucchero. Al termine della lavorazione avrete un composto lucido e molto denso.
  • Quando si saranno raffreddati i taralli spennellateli con il naspro e decorateli con i confettini colorati.
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Taralli dolci

 

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4 commenti

Francesca 13 Aprile 2015 - 11:23

Bellissimi! e come sempre su questo meraviglioso portale, scopro tradizioni a me sconosciuto del nostro bellissimo Abruzzo! Brava come sempre Annarita!

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Annarita 20 Aprile 2015 - 16:22

Grazie Francesca! Anche io mi stupisco sempre di quante cose riesca ancora a scoprire della nostra Regione!

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