Le Mele Cotogne fanno parte della famiglia dei frutti dimenticati, piante spontanee o coltivate negli orti e nei frutteti di casa per il consumo domestico per lo più caratteristici della stagione autunnale e che rappresentavano una preziosa scorta di cibo da conservare con cura per l’inverno.
Chiamati ‘frutti dimenticati’ perché per secoli nessuno li ha più considerati, coltivati, degustati nel loro valore botanico e gastronomico.
Salvate recentemente dall’estinzione e recuperate per la gioia di chi li ha conosciuti nel passato e di chi li vede per la prima volta, le mele antiche sono frutti odorosi di buono, dai colori caldi e dai nomi spesso originali.
In Abruzzo, per esempio abbiamo: la mela rossa di Montereale (Aq); la mela limocella , importata dalle estese pianure della Puglia e divenuta, in breve tempo, il simbolo delle mele abruzzesi; la meloncella di Bisegna (Aq); la mela Gelata di Farindola (Pe); la mela piana di Caramanico (Pe); la mela zitella chiamata così per la sua maturazione tardiva e l’elevata serbevolezza; la mela rosa d’Abruzzo, così chiamata un po’ per via della colorazione che assume quando è matura, un po’ per il profumo di rosa che emana quando è in fiore, diffusa in tutto l’arco appenninico del centro Italia, nelle regioni di Toscana, Romagna, Marche e Abruzzo. E, infine, la protagonista di oggi: la mela cotogna.
Importata dall’Asia minore, ha una storia antichissima che trova spazio anche tra i miti greci. La leggenda, infatti, narra che la mela cotogna rappresentò l’emblema di Venere, simbolo di buon auspicio e fecondità nei banchetti matrimoniali al tempo degli Dei. Questo importante passato, però, non le riserva un altrettanto dignitoso presente. Oggi, infatti, la mela cotogna è considerato un frutto “difficile” perché, a differenza delle altre varietà di mele, non può essere consumato fresco, per via della polpa astringente e del suo sapore acidulo. Va quindi trattata e, come tradizione insegna nel rispetto delle antiche tecniche di conservazione, la mela cotogna viene tuttora sfruttata anche per la preparazione di confetture, mostarde, liquori, distillati in genere e gelatine.
Io oggi, voglio presentarvela in un’altra veste, un po’ bronzata e vestita di autunno – la sua stagione – sperando, così, di restituirle un po’ del suo glorioso passato, caramellandola e donandole un letto di crema frangipane alla cannella in crosta di frolla alle nocciole e sperando che questa affascinante riscoperta di frutti antichi torni a far festa sulle nostre tavole, grazie al ventaglio multi colore, sapore e profumo che, qui in Italia, abbiamo la fortuna di poter raccogliere e gustare.
Mela cotogna caramellata su letto di crema frangipane alla cannella in crosta di frolla alle nocciole
Ingredienti
Per la frolla alle nocciole
- 260 g di farina Frasinese di Tipo 1
- 60 g di nocciole tostate e ridotte in polvere
- 150 g di burro freddo tagliato a pezzetti
- 130 g di zucchero
- 1 uovo e 1 tuorlo
Per la crema frangipane alla cannella (senza burro)
- 160 g olio extravergine di oliva
- 40 g acqua
- 200 g zucchero di canna
- 200 g nocciole
- 20 g maizena
- 10 g di cannella
- 2 uova
Mele cotogne caramellate
- 1 limone piccolo non trattato
- 2 mele cotogne
- zucchero circa il doppio del peso delle mele cotogne tagliate a fette
- 1 cucchiaio di miele millefiori di montagna
- acqua qb
Istruzioni
Frolla alle nocciole
- Setacciare la farina e versarla sulla spianatoia. Unire le nocciole in polvere e formare la classica fontana. Mettere nel centro il burro e lo zucchero. Iniziare senza alcun liquido, facendo “sabbiare”la farina, la polvere di nocciole, il burro e lo zucchero.Occorre, cioè, ridurre in sabbia questi ingredienti, pizzicandoli velocemente con le dita. Unire e amalgamare il tutto.
- A questo punto, unire le uova ed impastare velocemente fino a formare una pasta morbida ed omogenea. Fare una palla, avvolgere la frolla nella pellicola trasparente e riporla in frigorifero, per 30-60 minuti.
- Nel frattempo, prepariamo la crema frangipane.
- Anche qui, rendiamo farina le nocciole frullandole con un cucchiaio di zucchero. Montate un uovo e un albume con lo zucchero ottenendo un composto gonfio e spumoso; unite con delicatezza, mescolando dal basso verso l’alto per non smontare il composto, la farina di nocciole, la maizena e la cannella. A questo punto nel bicchiere del frullatore a immersione, versate il tuorlo d’uovo e l’acqua e iniziate a frullarli versando l’olio extravergine di oliva a filo, finché non si formerà una maionese chiara e consistente. Aggiungete la maionese così ottenuta al composto di uova-zucchero-farine e mescolate facendo attenzione a non smontarli fino ad ottenere uno composto consistente e spumoso.
- Prendere la teglia, imburrarlo e stenderci la frolla sopra. Bucherellare il fondo con i rebbi di una forchetta e infornare a 180° nel frono preriscaldato per circa 40 minuti.
- Caramellare le mele cotogne.
- Pulire sotto l'acqua corrente le mele cotogne privando la buccia della peluria.
- Prendere una bacinella riempirla di acqua e di 1 limone piccolo non trattato tagliato a metà.
- Tagliare a metà le mele cotogne e pulirle del torsolo. Farle a fette e, per eviare che diventino subito scure, metterle nella bacinella d'acqua.
- Scolarle e pesarle e poi ricoprirle con circa il doppio peso di zucchero e il cucchiaio di miele e l'acqua.
- Accende il fuoco a fiamma vivace. Quando lo zucchero inizierà leggermente a caramellare sulle fette di mela, è il momento di spegnere, togliere i pezzi uno a uno e lasciarli raffreddare su un foglio di carta da forno.
- Una volta fredde, predisporle sulla torta e servire.
6 commenti
Marianna ricetta strabiliante, bella bella, bella la ricetta e splendida la foto, complimenti cara davvero tanti, sei brava, questa fotografia è da copertina veramente…un abbraccio
Grazie mille Tamara! Sono davvero molto contenta che il tutto ti piaccia 🙂
Adoro i dolci con le mele e questa è una signor mela.
Conosco alcune mele citate nel post, mi hai fatto tornare indietro con gli anni quando le mangiavamo appena colte dagli alberi nelle lunghe passeggiate in montagna.
Complimenti per le foto, sono molto belle.
Eh si vero…il gusto di morderle appena colte dall’albero non ha davvero prezzo e, per fortuna, questa voglia di ritornare a scoprire le nostre ricchezze e le mille varietà di frutti, non solo di mele, che il nostro paese ci offre, ci permette di tornare ad assaporare sapori veri che, che risveglia, in chi ne ha memoria, antichi ricordi 🙂
Grazie mille Fr@, sono contenta che le foto ti piacciano!
Buongiorno,io avrei un problema,non riesco a trovare questo tipo di mele, vorrei provare a fare il brodo di giuggiole,come posso sostituirle? grazie e complimenti
Salve Tiziana e benvenuta in Abruzzo 🙂 le ho inviato una mail perché potremmo aiutarla noi spedendole le mele cotogne grazie ai nostri produttori. Grazie a lei per il messaggio 😉